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La Cultura al tempo del Covid-19

Anno bisesto anno funesto

Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2019, tra brindisi spumeggianti e festosi, scambi di auguri per un buon 2020 e fuochi d’artificio in lontananza, nessuno di noi si sarebbe mai immaginato quello che il futuro avrebbe riservato alla stragrande maggioranza della popolazione terrestre: il Covid-19

Vabbè anno bisesto anno funesto, però questa volta lo è stato per davvero. Infatti, da gennaio in Cina e poi, gradualmente, in tutto il mondo, un misterioso virus si sta divertendo a rendere difficile la vita degli umani. Un virus subdolo e malvagio che cerca di portarsi via quante più anime possibile. L’unica cura al momento disponibile è isolarsi nelle proprie case, uscendo il meno possibile per non rischiare di essere contagiati o di contagiare. Lo so sembra la trama di un libro di fantascienza, ma stavolta la realtà è proprio questa. Come sapete, ogni nazione ha preso dei seri provvedimenti nei confronti della malattia creata dal coronavirus, il Covid-19.

Inizio della quarantena da Covid-19

L’Italia, essendo la prima nazione europea a essersi trovata improvvisamente attaccata dal virus, dopo alcune incertezze ha imposto, per decreto ministeriale la “quarantena”. Ossia tutti a casa, nessuna uscita che non sia necessaria. Chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, di aziende e di attività economiche. Le città e i paesi hanno perso le loro caratteristiche attrattive, sembrano più città e paesi fantasma. Circolano poche auto in strada e ci sono molti controlli delle forze dell’ordine, per verificare che il decreto venga rispettato e non si creino assembramenti che potrebbero veicolare il malefico virus.

Nelle case, all’interno dei nuclei famigliari, insolitamente si è tornati ad una dimensione più partecipata della famiglia. Prima del Covid-19 ognuno sin dal primo mattino, aveva la sua routine quotidiana con scuola da frequentare per i figli, lavoro da svolgere, spesso per entrambi i genitori, attività nel pomeriggio o spesa dell’ultima ora e il tempo per stare assieme era piuttosto ridotto.

Smart working

Da quasi un mese i figli in età scolastica stanno sperimentando, per la prima volta, la Didattica a distanza, con le varie difficoltà del caso, soprattutto di connessione al principio, ma che ora sta avendo una sua regolarità. I genitori lavorano in smart working, quelli fortunati che non hanno perso il lavoro o ai quali il tipo di lavoro consente di farlo in remoto. Dopo un momento di sbandamento, con emozioni altalenanti di pessimismo, paure, ma anche di ottimismo e inconsapevolezza, di appuntamenti nei balconi per cantare l’inno nazionale o qualsiasi canzone che esorcizzi la paura e dia coraggio, si è cominciato ad avere momenti di noia.

Cultura terapeutica

Ecco che in questo frangente fa un ottimo lavoro la cultura, quella con la c maiuscola. La Cultura ad ampio spettro, che pur essendo sempre stata poco considerata dagli alti vertici, in molte nazioni, compresa la nostra, sta invece dimostrando quanto possa essere “terapeutica” per le nostre anime. Sono tante le iniziative a livello nazionale per condividere una qualche forma di cultura, che sia essa una visita virtuale in un sito archeologico, o in un museo. Un concerto on line di un artista famoso, un film e perché no, anche il candido consiglio di lettura fatto da persone come noi. Per gli amanti dei libri, ogni occasione è buona per leggere: in una sala d’attesa, in autobus o in treno, solo per dirne alcune. Lo era quando “tutto scorreva tranquillo” a maggior ragione lo è ora, in tempo di Covid-19 e lockdown, durante il quale si ha più tempo.

Proviamo allora ad incuriosire non solo gli amanti dei libri, ma anche quelli che leggono a corrente alternata e perché no, anche quelli che sono poco attratti dalla lettura in genere, ma che, forse, devono avere solo l’occasione d’incontrare il libro giusto.

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