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Quando Hitler rubò il coniglio rosa – Judith Kerr

Il libro “Quando Hitler rubò il coniglio rosa”, di Judith Kerr è  un classico per ragazzi, che non smette mai di piacere. L’autrice racconta la fuga della sua famiglia dalla Germania, in quanto ebrei, poco prima dell’avvento del nazismo.

Trama

È quindi una storia in parte autobiografica, in parte romanzata, che tratta gli anni della preadolescenza della protagonista principale: Anna. La storia inizia nel 1933, quando mancano due settimane alle elezioni in Germania e si paventa l’ascesa di Hitler al potere. La famiglia di Anna è una famiglia ebrea benestante, che vive a Berlino. Anna e suo fratello Max hanno rispettivamente 9 e 12 anni e frequentano le migliori scuole tedesche. La loro madre adora suonare il piano. Il padre di Anna è un famoso giornalista-scrittore, che lavora anche in un programma radiofonico. Ultimamente, per i suoi articoli anti-nazisti comincia ad avere dei problemi.

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Hitler e l’avvento del nazismo

In quei giorni, tutti i muri della città sono tappezzati dalle immagini dell’uomo coi baffi. Il padre di Anna è costretto a letto per una brutta influenza. Eppure, decide di partire per Praga una notte, perché un poliziotto lo ha avvisato che, qualora vincessero i nazisti, verrebbero sequestrati i passaporti agli ebrei. Il resto della famiglia deve andar via prima delle elezioni, il sabato successivo. Così nell’arco di una settimana, tutto il mondo conosciuto fino ad allora da Anna verrà stravolto. Dapprima la partenza notturna del padre creerà ad Anna spavento e preoccupazione. Successivamente però, l’idea di trasferirsi in Svizzera genererà in lei tanta gioia ed eccitazione, pur rendendosi conto del pericolo che incombe.

Fuga dalla Germania

Nei giorni che precedono la loro partenza, Anna, Max e la madre, con l’aiuto della governante Heimpi, preparano i bagagli. Devono fare una cernita tra le cose che vorrebbero portarsi in Svizzera. Così Anna dovrà scegliere tra il vecchio coniglio rosa, al quale era affezionata e il nuovo cagnolino di peluche ricevuto nell’ultimo Natale. Decide di portarsi il nuovo peluche, convinta che Heimpi potrà spedirglielo in seguito.

L’arrivo in Svizzera

Una volta arrivati a Zurigo, Anna si ammala gravemente e rimane a letto per ben quasi due mesi. Quando si riprende, si accorge che la governante Heimpi, che doveva raggiungerli dopo poche settimane, non c’è.

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Hitler vince le elezioni del 1933

Viene a sapere così dal fratello, che le elezioni sono state vinte da Hitler e che da quel momento viaggiare è diventato un grosso problema. Tra l’altro, il padre, per le sue idee, non riesce a far pubblicare i suoi articoli i Germania. Quindi non può garantire uno stipendio per Heimpi.

Hitler rubò il coniglio rosa

Ma la cosa più sconvolgente che le riferisce suo fratello Max è che nel giro di poco tempo Hitler ha confiscato i loro beni. Anna ripercorre mentalmente la loro bella casa berlinese. Non è più la loro casa. Ripensa ai mobili, al piano, le tende, i giocattoli. Pensa soprattutto al suo coniglio rosa: “Per un attimo si sentì molto triste per via del coniglio rosa. Gli erano stati ricamati degli occhi neri, perché quelli di vetro li aveva persi anni addietro e aveva l’abitudine di crollare sulle zampe: questo lo rendeva ancora più caro”.  Hitler gli ha “rubato” anche il suo giocattolo preferito.

La fuga tempestiva

Per fortuna erano almeno riusciti a scappare per tempo dalla Germania. Infatti seppero che i nazisti si erano presentati nella loro casa di Berlino con l’intenzione di ritirargli i passaporti. Anna e Max sono consapevoli di quanto possa essere pericoloso vivere in Germania.

La Svizzera

Per questo, soprattutto Anna, è felice di vivere in Svizzera. Durante tale soggiorno lei farà amicizia con Vreneli, Max invece con Franz, fratello di Vreneli. In momenti diversi verranno a trovarli la nonna materna Oma, che vive da tempo in Francia, e un amico del padre: lo zio Jiulius, che non crede alle sue previsioni pessimistiche. Infatti ha deciso di continuare a vivere in Germania. Purtroppo poi gli avvenimenti futuri lo smentiranno.

Durante quell’anno Anna e Max, faranno tante esperienze piacevoli, frequenteranno le scuole e apprenderanno alcune abitudini locali. Solo in un’occasione vivranno in prima persona l’atteggiamento scontroso e razzista di una famiglia di tedeschi nazisti. Inoltre il padre ha sempre più difficoltà a farsi pubblicare degli articoli. Ormai non è più possibile continuare a stare in Svizzera.

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Fuga in Francia

Il padre di Anna cerca quindi di trovare lavoro in Francia e dopo poco si trasferiranno a Parigi. Durante il viaggio per Parigi, rischieranno di far ritorno in Germania. Forse ingannati volutamente da un facchino, ma per fortuna Anna si accorgerà dell’inganno e riusciranno a prendere il treno per Parigi. In Francia si troveranno molto bene. Nonostante l’intoppo iniziale della lingua, Max e Anna frequenteranno le scuole con successo e avranno diversi riconoscimenti. Inoltre, grazie al padre, faranno amicizia con la famiglia Fernand.

L’Inghilterra

Ma in seguito, sempre a causa del cupo periodo storico che avanza, saranno obbligati a fuggire in Inghilterra. Questo perché il padre ha grosse difficoltà col lavoro. Il 1935 è un anno difficile e la profonda crisi economica che investe l’Europa si fa sentire anche in Francia. Nei giornali c’è sempre meno posto per un ebreo. In quegli stessi anni, il padre di Anna scrive una sceneggiatura per il cinema, sulla vita della madre di Napoleone. Ma non ottiene riscontro dai produttori cinematografici francesi. Prova ad inviarla anche in Inghilterra e lì, per fortuna, decidono di comprargliela. Così l’intera famiglia si trasferisce in Inghilterra. Si conclude in questo modo la storia di Anna.

Recensione

Ho trovato scorrevolissima e coinvolgente la storia di questa famiglia durante i prodromi del nazismo. Questo triste periodo è solo accennato dalla protagonista, quasi come uno sfondo. Però si capisce bene la tensione e la paura che quegli avvenimenti storici portano in milioni di ebrei e di oppositori politici.

La dolcezza con cui la bambina ci porta dentro le loro vite è talmente coinvolgente, da chiederti come va a finire la loro storia. “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” fa parte di una trilogia. Per chi fosse interessato, la storia ha il suo seguito in: “La stagione delle bombe” e “A Small Person Far Away” non tradotto in Italia.

 Quando Hitler rubò il coniglio rosa è visto con gli occhi e l’innocenza di una preadolescente che attraverso le varie vicissitudini crescerà e maturerà. Quindi è una “testimonianza” edulcorata dalle esperienze di Anna. Per lei è molto importante la sua famiglia. I problemi si possono risolvere o sopportare meglio se l’intera famiglia resta unita. Quando si paventa la possibilità di andare a vivere per un certo periodo con i nonni Oma e Opa, mentre i genitori affronteranno il viaggio in Inghilterra, la bambina lo esprime chiaramente: “E’ che io penso che dobbiamo stare insieme”. “Finora non mi è mai importato di essere una profuga. Anzi, mi è molto piaciuto. Penso che questi ultimi due anni da profughi siano più belli di quando eravamo in Germania. Ma se adesso ci mandate lontano, ho paura di sentirmi davvero una profuga!”. Insomma, come avrete capito, ho trovato questo libro bellissimo! E’ veramente molto gradevole da leggere, anche per un pubblico adulto.

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Diventa un film

“Quando Hitler rubò il coniglio rosa” è stato adattato a film. E’ uscito nelle sale cinematografiche tedesche durante lo scorso Natale, col titolo: “Als Hitler das rosa Kaninchen stahl”. Dal 26 dicembre 2019, in soli cinque giorni, ha richiamato nelle sale ben 215 mila spettatori, risultando il primo film tedesco durante le vacanze natalizie.

Già nel 1978, visto il grande successo del libro, in Germania venne creata una miniserie televisiva nella quale, la sceneggiatura venne curata proprio dalla Kerr. Purtroppo, l’autrice non è riuscita a vedere l’adattamento cinematografico del recentissimo film, in quanto è deceduta nel maggio 2019 all’età di 95 anni.

Judith Kerr

(1923-2019) è stata scrittrice, illustratrice e sceneggiatrice televisiva. Quando aveva undici anni scappò da Berlino con i genitori e il fratello per sfuggire alle persecuzioni naziste. Si stabilì in Gran Bretagna, dove ha vissuto fino alla morte. Oltre che per i suoi romanzi, è ricordata anche per gli albi illustrati. Tra questi, ricordiamo “Mog” e “La tigre che venne per il tè” (entrambi pubblicati in Italia da Mondadori). “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” è ispirato alla sua storia. E’ il primo di una trilogia che comprende anche La stagione delle bombe, disponibile nel catalogo Bur ragazzi.

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