Il bibliotecario di Auschwitz – di Andrea Frediani
Recensione
Ecco un romanzo che mi è piaciuto veramente tanto: “Il bibliotecario di Auschwitz” di Andrea Frediani.
“Devo proteggere i volumi che ho salvato dalla furia nazista, finché mi sarà possibile. Sono come figli, i figli che non ho mai avuto, e allo stesso tempo sono gli strumenti di cui dispongo per stabilire un contatto emotivo con i miei aguzzini.”
“Ogni sussulto di umanità è come un fiore piantato in un terreno arido”.
Libri su Auschwitz e sulla Shoah se ne sono scritti tanti e ancora se ne pubblicano. L’argomento è talmente vasto che è naturale scrivere e ambientare un libro in questo tragico periodo storico. Ovviamente però non tutti i libri prendono alla stessa maniera. Il libro di Andrea Frediani però lo trovo veramente bellissimo. Le vicissitudini del protagonista, dal viaggio in un carro bestiame, fino al campo di sterminio di Auschwitz, sono descritte in modo talmente reale che viviamo con lui le sue emozioni, le sue paure e il senso di orrore quando scopre tutto quello che comporta essere prigioniero in un campo di sterminio.
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Trovarsi sul luogo sbagliato al momento sbagliato
“Il bibliotecario di Auschwitz” inizia facendoci conoscere Isaia prima di essere catturato e trasportato insieme ai suoi genitori ad Auschwitz-Birkenau. Isaia Maylaender è un bell’uomo di quarant’anni che di mestiere fa il professore universitario di storia moderna, dapprima a Fiume e poi in Ungheria. I suoi lineamenti non rispecchiano i tratti somatici tipici dell’ebreo e questo per diverso tempo l’aveva aiutato. Ma per festeggiare insieme ai suoi genitori le loro nozze d’oro, si è trovato nel momento sbagliato sul luogo sbagliato.
In viaggio per Auschwitz
Impressionante e realistica la descrizione del loro viaggio fino ad Auschwitz. Molto straziante all’arrivo, la separazione tra abili e inabili e il doloroso distacco tra lui e i suoi genitori.
Descrive molto bene lo stato d’animo quasi rassegnato alla morte sentita come sempre più vicina. Essendo un insegnante, non ritiene di saper fare nessun lavoro manuale che lo possa aiutare a guadagnare qualche giorno in più nei confronti della morte.
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Il destino farà la sua parte
Ma il destino farà la sua parte al punto tale che, dopo aver fatto l’orribile esperienza nel settore delle camere a gas, che lo segnerà per sempre, riuscirà a lavorare per un ufficiale tedesco: Hillgruber, che gli affiderà il compito di selezionare e catalogare i libri requisiti dal ghetto di Cracovia.
Creare una piccola biblioteca
L’idea dell’ufficiale è quella di creare una piccola biblioteca, all’interno del campo, che dia ai soldati la possibilità di distrarsi in modo più elevato rispetto al gioco o al bordello e, al contempo, di migliorare la loro formazione, in quanto molti soldati hanno a mala pena l’istruzione elementare.
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Il bibliotecario di Auschwitz
Quindi grazie a Hillgruber, Isaia diventerà il bibliotecario di Auschwitz. Per Isaia invece, sarà l’occasione per cercare di sensibilizzare, attraverso i libri, i soldati nazisti a sviluppare almeno un briciolo di senso critico e empatia. Questo potrebbe fare la differenza all’interno del campo, per la sorte dei deportati. Ovviamente tutto ha un prezzo e lui è pur sempre un deportato. Per cui, nel giro di poco, dovrà sottostare ad altri incarichi. Infatti l’ufficiale gli assegnerà il compito di fare da precettore al figlio e di scrivere le sue memorie di guerra “edulcorate”, in modo tale da farla franca qualora, a guerra finita, i vincitori dovranno giudicarli per quanto commesso.
La missione
La sua competenza lo esporrà a nuovi e pericolosi vincoli a cui dovrà sottostare pur di tentare di portare avanti il suo piano: essere il testimone di tutto l’orrore che ha conosciuto, una volta terminata la guerra.
In questo libro, trovo bellissimo, oltre alla veridicità della storia ovviamente, l’importanza che l’autore dà alla cultura e al fatto che essa aiuti ad avere una propria opinione. La capacità con cui Andrea Frediani eleva il ruolo del bibliotecario che attraverso i suoi consigli di lettura prova a sensibilizzare soldati SS, non può non coinvolgermi ancora di più, da bibliotecaria. L’importanza dei libri e delle buone letture è un messaggio notevole anche in un libro in cui si tratta una tematica come la Shoah: “chi ha avuto un’istruzione è ciò che è, spesso, grazie a una serie di libri letti da giovane, che hanno influito sulla sua formazione quanto i genitori e la scuola. È come parlare con qualcuno che è superiore a te: ti apre la mente..”
Un altro aspetto che mi è piaciuto nel libro è la minuziosa spiegazione dell’origine storica delle persecuzioni ebraiche attraverso la voce del personaggio principale: chiara e mai noiosa.
Insomma il personaggio di di Isaia mi è entrato nel cuore per tutto quello che esso rappresenta a livello umano.
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Ispirato a una storia vera
Già dalla copertina sappiamo che il romanzo si ispira a una storia vera e nella postfazione, l’autore ci spiega meglio. Nella realtà i fatti si verificano in una località all’epoca appartenente alla Polonia, nella quale il bibliotecario in questione si chiamava Bruno Schlutz, insegnante di scuola superiore, ma anche scrittore e pittore. Durante l’occupazione nazista venne protetto da un ufficiale tedesco che gli diede il compito di catalogare diversi volumi che i tedeschi avevano sequestrato agli abitanti.
Andrea Frediani
È nato a Roma nel 1963. Fin da bambino Frediani ha espresso un forte interesse verso la storia. Dopo essersi laureato in Storia Medievale, Frediani inizia a collaborare a riviste storiche come “Storia e Dossier”. collabora con svariate riviste di storia, come Focus Wars e Focus Storia. Fa parte del comitato scientifico di Focus Wars. Nel 2011 ha vinto il premio Selezione Bancarella con “Dictator, il trionfo di Cesare” e nel 2014 il Premio “Torre di Castruccio” nella sezione letteratura. Con la Newton Compton ha pubblicato diversi saggi. Ha firmato le serie Gli invincibili e Roma Caput Mundi; i thriller storici Il custode dei 99 manoscritti e La spia dei Borgia; Lo chiamavano Gladiatore, con Massimo Lugli; Il cospiratore, La guerra infinita e Il bibliotecario di Auschwitz.
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