La sorella perduta
Oggi vi voglio parlare de: “La sorella perduta”, libro del 2020 scritto dall’autrice inglese Kate Furnivall. Siamo a Parigi nel 1930, in una villa dei quartieri alti, dove abita una bella e facoltosa famiglia. È la storia di due gemelle e di un mistero: la morte per omicidio del loro padre. Una morte misteriosa appunto, avvenuta nella loro villa quando erano delle adolescenti, e con la terribile certezza che una delle due sia stata l’artefice di quella morte.
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Romaine, la sorella perduta
Romaine, infatti, è convinta di aver ucciso suo padre perché, quando si è risvegliata nello studio del genitore, oltre a una forte emicrania, si è ritrovata con le mani insanguinate e il corpo di suo padre riverso sul pavimento con un grosso taglio nella gola. La stanza ha la porta chiusa e sembra che nessuno sia entrato. Romaine è stordita, ha un taglio in testa, che sanguina. Suo padre, ormai privo di vita, tiene chiuso in una mano un oggetto insanguinato, quasi l’avesse usato per difendersi. Romaine, non capisce. È confusa.
Non sa darsi una spiegazione su cosa può essere successo in quella stanza. Ha sempre adorato rintanarsi nello studio del padre, accoccolarsi nella comoda poltrona vicino alla libreria piena di libri che le sono tanto piaciuti nell’infanzia e giovinezza. Sarà sua sorella gemella Florence, una volta entrata nello studio, a decidere con freddezza, per lei e a salvarla dalla ghigliottina. Ma sarà sempre lei a farla cadere nel baratro dei sensi di colpa e nell’inadeguatezza che giorno dopo giorno la tormenterà. Fino al punto in cui, otto anni dopo, con la guerra ormai alle porte, Romaine sarà obbligata a ricordare la verità.
Recensione
Il libro “La sorella perduta” ha diverse sfaccettature e descrive molto bene il periodo storico. Devo dire che fin dalla prima pagina mi ha coinvolto, descrivendo la confusione di Romaine e il non sapere cosa sia effettivamente accaduto nello studio del genitore. Risulta un romanzo con delle tinte di giallo che ha una struttura dinamica, nella quale, a volte i capitoli sono in prima persona e altri in terza. Le due sorelle si alternano nei capitoli indicando il proprio punto di vista e la propria vicenda. E spesso, lasciando dubbi su chi, tra loro, sia veramente spietata. Da lettrice cercavo di indagare su chi fosse davvero tra le due gemelle la vera sorella perduta.
Forse l’unico aspetto che mi ha lasciato perplessa è stato la mancanza di empatia e di affetto nei confronti del padre morto, esibito da entrambe le sorelle.
Tutto sommato è un romanzo che si legge bene.
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